Novellara, 16 Maggio 2022
Da oltre 30 anni la cooperativa sociale Il Bettolino di Reggiolo si occupa della produzione, trasformazione e commercializzazione basilico, fiori in vaso, piante aromatiche, gestione di aree verdi e servizi ambientali, assemblaggio. Per svolgere questi servizi conta sull’inserimento lavorativo di persone appartenenti a categorie sociali svantaggiate, costruendo opportunità di crescita professionale e personale.
Un impegno che prosegue dal 1991 con il prezioso aiuto delle Amministrazioni Pubbliche Socie di Sabar. La collaborazione Sabar-Il Bettolino super i 20 anni, nella convinzione condivisa che l’impegno per la sostenibilità passa prima di tutto dal rispetto per le persone.
Alcuni numeri
Il Bettolino lavora in sinergia con le Amministrazioni locali, i Servizi Sociali, le aziende e il territorio per garantire a persone fragili l’accesso al lavoro. Attualmente, la Cooperativa è attiva in 8 bandi affidati a Sabar dai Comuni Soci, e inserisce una persona per ciascun appalto.
La Cooperativa ha circa 80 soci, quasi tutti anche lavoratori. Produce un fatturato di quasi 3 milioni di euro, con un utile di esercizio di quasi 15 mila euro (dati Bilancio Sociale 2020). “Il risultato che portiamo dopo un anno di pandemia è a nostro avviso estremamente positivo – commenta la presidente Francesca Benelli – e dimostra ciò che dichiariamo da tempo: la sinergia con le aziende virtuose del territorio e gli Enti Pubblici (Comuni, Servizi Sociali) premia e la marginalità ottenuta ci permette di sostenere tutti i progetti che sviluppiamo per le persone con disabilità e non solo quelli relativi alla coltivazione sostenibile”.
L’inclusione si fa in serra
Per quanto riguarda la coltivazione del basilico in serra – realizzata con il metodo della coltura idroponica all’interno dei 5.000m2 di serre presenti nell’impianto Sabar – il progetto coinvolge 10 persone fragili ogni anno, seguite da 5 educatori a Reggiolo e 3 educatori nel percorso in Sabar, con molteplici obiettivi:
- favorire l’accompagnamento di persone disabili in età adulta, non occupabili in contesti lavorativi “classici”
- mantenere e sviluppare le autonomie sociali e relazionali dell’utente
- sviluppare nuovi percorsi di inclusione sociale
- fornire soluzioni alternative e supporto sia alle famiglie degli utenti sia ai soggetti pubblici coinvolti
All’alto valore sociale del progetto, che permette di inserire al lavoro persone che difficilmente troverebbero una collocazione in un contesto tradizionale, si aggiungono altre conseguenze positive. “I nostri utenti hanno capacità e potenzialità, ma hanno bisogno di un contesto lavorativo protetto, con una figura di riferimento al proprio fianco per gestire i passaggi più complessi – ricorda Benelli. “Il percorso disegnato con Sabar, ormai rodato, è efficace perché disegnato sui bisogni delle persone inserite. Siamo attenti a permettere che, oltre alle competenze tecnico-pratiche, gli inseriti possano sperimentarsi nelle competenze personali e umane in cui hanno maggiori difficoltà: ascoltare ed eseguire i passaggi di un processo, stare in un gruppo, lasciare spazio agli altri o prendersi il proprio senza aggressività, lavorare con spirito cooperativo, creare relazioni”.
La collaborazione tra Sabar e Il Bettolino risponde ad un’esigenza reale del territorio, che fatica, per una serie di motivazioni certamente valide, ad assorbire lavoratrici e lavoratori con difficoltà di questo tipo. Inoltre: “Il progetto non sarebbe possibile senza le famiglie, che fidandosi della nostra competenza come educatori, spingono gli ospiti a cimentarsi in questa esperienza: un grazie va certamente a loro – conclude Benelli.
Il risparmio di risorse fa bene all’ambiente e a noi
C’è un ulteriore aspetto positivo da riportare. La coltivazione idroponica di basilico non solo è rispettosa dell’ambiente perché non consuma suolo (le piantine hanno l’apparato radicale immerso in acqua e sostanze nutritive, dentro cui galleggiano perché inserite su plateau di polistirolo all’interno di vasche in cemento), ma anche perché consuma solo l’energia termica (necessaria per il riscaldamento delle serre) prodotta dagli impianti di cogenerazione a biogas di Sabar.
Si innesca così un circolo virtuoso, perché la coltivazione sostenibile è economicamente vantaggiosa, a basso impatto ambientale e crea un contesto protetto per la valorizzazione delle capacità delle persone fragili. “La soddisfazione di Sabar per il progetto è alta – commenta Marco Boselli, Direttore Sabar. “Siamo felici per il valore generato e riconosciuto dal territorio e dagli Enti Pubblici coinvolti, ma anche perché per l’azienda è sempre stimolante aprire le porte ai cittadini: questo ci permette di conoscere gli abitanti dei Comuni Soci, far loro comprendere il nostro lavoro e, speriamo, apprezzarlo ed è per noi un banco di prova per migliorare le criticità, sempre presenti in un lavoro complesso e strutturato come il nostro”.