Perché la sostenibilità a scuola?

Novellara, 13 Aprile 2022

 

Immaginate uno sgabello con tre piedi: il primo è la tutela ambientale, il secondo il rispetto della dignità umana, il terzo è la fattibilità economico-finanziaria. Ecco a voi la sostenibilità. Se uno dei tre piedi manca, o è più corto degli altri, lo sgabello cade.

Questo esempio immediato spiega le riflessioni nate negli anni ‘70 e giunte fino all’elaborazione dell’Agenda 2030 sulla sostenibilità e ai nostri obiettivi futuri. Ormai è risaputo che senza un’adeguata strategia di sensibilizzazione e disseminazione delle buone pratiche, la sostenibilità delle nostre società non può essere raggiunta.

Per questo, il Ministero della Transizione Ecologica attraverso la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS): «include l’educazione per lo sviluppo sostenibile nel sistema dei cosiddetti vettori di sostenibilità, definiti come ambiti di azione trasversali e leve fondamentali per avviare, guidare, gestire e monitorare l’integrazione della sostenibilità nelle politiche, piani e progetti nazionali».

Educazione Ambientale o Educazione allo Sviluppo Sostenibile?

L’Educazione Ambientale è uno strumento importantissimo per sensibilizzare i cittadini sulla necessità di salvaguardia del nostro patrimonio naturale e dei nostri ecosistemi. I più ricettivi sono giovani e giovanissimi: ecco perché l’educazione ambientale entra trasversalmente nei Piani Triennali dell’Offerta Formativa varati dal MIUR per le scuole italiane.

In particolare, con le nuove emergenze che si affacciano sullo scenario mondiale rispetto ai cambiamenti climatici e ai loro devastanti effetti, da alcuni anni non si parla più di EA ma di ESS: Educazione allo Sviluppo Sostenibile.

Come fare Educazione allo Sviluppo Sostenibile.

Per far comprendere a bambine e bambini la complessità sistemica legata alle azioni, alle scelte e alle abitudini personali e famigliari e a quanto queste possano impattare sull’ambiente e la società, si opta oggi per un’educazione a più ampio spettro. È necessario mostrare ai bambini, attraverso esempi semplici e concreti e attività strutturate, quanti aspetti della nostra quotidianità possano avere serie conseguenze sull’ambiente e sulle persone che vivono anche nei luoghi più remoti del globo.

Non esiste il metodo giusto per fare ESS, bensì vi sono alcune forme di insegnamento e apprendimento analitiche e partecipative che si adattano particolarmente bene. L’approccio si basa su più principi pedagogici (pensare in modo anticipatorio/sistemico, partecipazione e responsabilizzazione, pari opportunità, apprendimento tramite la scoperta, cooperative learning) e si declina attraverso attività variegate (work shop, giochi da tavolo, diario e portfolio, esperimenti, sondaggi, ricerche) in cui bambine e bambini si mettono alla prova e imparano sperimentando.

Caratteristica imprescindibile dell’ESS è la multi-disciplinarità: ogni insegnante, in ogni materia, può implementare i propri programmi specifici inserendo argomenti che direttamente o indirettamente siano correlati alla sostenibilità. Vi sono poi realtà ancor più virtuose, che organizzano, con il contributo di genitori e volontari, iniziative, eventi, approfondimenti, settimane tematiche e molto altro. Esempi positivi da imitare!

Promuovere l’educazione alla sostenibilità.

Anche Sabar è attiva da anni nell’educazione alla sostenibilità. I progetti didattici che Sabar porta nelle Scuole Primarie e Secondarie di I Grado degli 8 Comuni Soci, in collaborazione con NoveTeatro ed Ecosapiens, affrontano differenti temi concreti legati alla vita quotidiana degli alunni, con lo scopo di far riflettere, far acquisire consapevolezze e, sperabilmente, diffondere alle famiglie nuove buone pratiche di sostenibilità.

L’impegno per un’educazione alla sostenibilità è possibile grazie alla disponibilità di Enti Pubblici, scuole e Dirigenti Scolastici, insegnanti e genitori, che fungono da cassa di risonanza di queste importanti tematiche.