Novellara, 22 Dicembre 2022
Gli imballaggi hanno una storia antichissima. Concepiti inizialmente come contenitori per il trasporto di cibi solidi o liquidi e beni, si sono modificati moltissimo nel corso del tempo, attraverso una serie di volute o fortuite innovazioni.
Dall’acciaio alla plastica: tante storie da approfondire
Quali sono le vicissitudini dei principali materiali da imballaggio?
Dal suo primissimo utilizzo tra il 1200 e il 1300, l’acciaio (sotto forma di banda stagnata, chiamata poi latta, da cui deriva il termine “lattina”) fa strada e diventa il contenitore più sicuro e salubre per il vettovagliamento dei soldati in battaglia e per i primi esploratori, nell’ ‘800. Una storia avvincente che continua ancora oggi sugli scaffali.
Curiosa la vicenda di carta e cartone, che, pur possedendo una storia millenaria, vengono “scoperti” come validi imballaggi negli anni ‘80 dell’Ottocento in una fabbrica inglese, dove per errore un operaio scopre che la carta si piega senza spezzarsi né strapparsi.
Del vetro si hanno notizie sin dal XXIII secolo a.C. e la sua particolarità è che sin dai tempi dei Romani si è rivelato come materiale altamente riciclabile, tant’è che quella civiltà prevedeva una fase di riciclo nella filiera produttiva dei suoi manufatti. La riciclabilità del vetro è ancora oggi il suo pregio più importante per la salvaguardia del pianeta.
Dopo alcuni tentativi infruttuosi, nel 1825 il fisico danese Hans Cristian Oersted riuscì a produrre alcune gocce di alluminio, tramite l’applicazione di una fonte di calore ad un amalgama di potassio e alluminio. Con la scoperta del processo di Hall-Heroult si riuscì a produrre maggiori quantità di alluminio e sdoganare il materiale per un utilizzo più diffuso. Sul sito di CiAl trovate una interessante timeline dei suoi passi avanti!
Recentissima invece la storia della plastica, scoperta nella metà dell’Ottocento ed entrata prepotentemente nel Novecento (con le iconiche calze in nylon e i paracadute) non solo come imballaggio, ma con svariati utilizzi in ambiti molto differenti a seconda delle mescole.
Le tipologie di imballaggio e le loro funzioni
Oggi, possiamo distinguere tre tipologie di imballaggio:
- Imballaggi per la vendita o primari, destinati alla vendita al dettaglio dei prodotti. L’imballaggio primario è quello a diretto contatto con il prodotto (es. Bottiglia di plastica, tubetto del dentifricio, sacchetto per biscotti) e ha lo scopo di conservarlo correttamente, proteggerlo e trasportarlo facilmente;
- Imballaggi multipli o secondari, costituiscono il raggruppamento di un certo numero di prodotti confezionati e servono per facilitare il rifornimento sugli scaffali e il trasporto da parte del consumatore (es. Il cartoncino che unisce i vasetti di yogurt, il film plastico che tiene insieme le bottiglie di acqua minerale)
- Imballaggi per il trasporto o terziari, sono quelli funzionali al trasporto di grandi quantità di prodotto e servono a evitare manipolazione o danni connessi al trasporto (es. Il pallet che con un film plastico tiene insieme più casse di acqua minerale); non si considerano “imballaggi” i container per il trasporto stradale, ferroviario, aereo, marittimo.
Oltre agli scopi evidenziati, gli imballaggi hanno acquisito nel tempo altri ruoli importanti:
- Fornire le informazioni utili al consumatore (scadenza, proprietà nutritive)
- Facilitare l’uso del prodotto
- Attirare l’attenzione sul prodotto e comunicare messaggi dell’azienda dedicati al consumatore (concorsi, premi, altro) con l’obiettivo di fidelizzarlo
Packaging = imballaggio?
I due termini vengono usati in modo intercambiabile, ma non sono sinonimi. “Packaging” si riferisce all’imballaggio dei prodotti destinati al consumatore (quindi il primario e il secondario), ossia quello che si acquista insieme al prodotto stesso. Con “imballaggio” si intende più genericamente tutti contenitori votati a confezionamento, protezione, trasporto delle merci.
Sostenibilità, over-packaging, nuove frontiere
Negli ultimi anni l’attenzione a packaging e imballaggi si è fatta stringente per il loro impatto ambientale.
Ci sono materiali preferibili perché altamente riciclabili (carta e cartone, vetro), ma la conversione a packaging più sostenibili è spesso difficile e anti-economica per le aziende. Per questo sono importanti le iniziative premianti come Ecopack di CONAI – Consorzio Nazionale Imballaggi, che premia le aziende impegnate nel rendere più sostenibile il proprio packaging.
A fronte di confezioni che non possono proprio essere eliminate, i consumatori stanno acquisendo sempre più consapevolezza e competenze di consumo critico verso il fenomeno dell’over-packaging o del confezionamento non sostenibile: insomma, un occhio più green tra gli scaffali che spinge le aziende a prestare più attenzione nelle proprie scelte.
La nostra capacità di scegliere i prodotti anche sulla base della loro sostenibilità di filiera (la valutazione del processo di produzione di tutti gli elementi costitutivi di un prodotto, dall’inizio alla fine, detta Life Cycle Assessment) diventa la spinta più significativa per cambiare le cose, perché può influenzare le decisioni delle aziende.
E non parliamo solo di acquisti al supermercato o nei negozi! Oggi la nuova frontiera è il packaging dei prodotti acquistati negli e-commerce: oltre al confezionamento commerciale, richiedono un imballaggio adeguato al trasporto – spesso lungo e di per sé non sostenibile – per cui la consapevolezza nelle nostre scelte è cruciale per ridurre all’origine la produzione di rifiuti.