Novellara, 02 Luglio 2022
Nel suolo è sequestrato più carbonio (elemento alla base del gas serra CO2) che in tutta l’atmosfera e la vegetazione terrestre: questo significa che il terreno, oltre ad essere custode di biodiversità animale e vegetale, ha un ruolo fondamentale nel trattenere le emissioni di gas serra in atmosfera.
Negli ultimi anni, il suolo ha subito un forte impoverimento chimico e biologico, soprattutto a causa dell’agricoltura intensiva, che priva il terreno delle sostanze organiche e della sua capacità di immagazzinare acqua, prevenire erosione, siccità estrema, degrado e desertificazione.
Ruolo dell’ammendante nel contrasto all’impoverimento del suolo
Tra le azioni necessarie per permettere al suolo di rigenerarsi c’è l’utilizzo di ammendante, compost o sostanza organica: una buona pratica di cui abbiamo parlato anche qui.
L’ammendante, sostanza composta da trucioli di legna, sfalci verdi e altro materiale organico, aiuta il terreno a:
- Incrementare il sequestro di carbonio dall’atmosfera, riducendo i gas climalteranti
- Migliorare la biodiversità
- Migliorare le sue proprietà fisiche, chimiche e biologiche
- Avere il ruolo di serbatoio di sostanze nutritive a lento rilascio
La parola al territorio sull’ammendante di Sabar
Enrico Lombardini, agronomo e agricoltore, e Paolo Galaverni, distributore e agricoltore, hanno condiviso la loro esperienza di utilizzo dell’ammendante Sabar.
“Negli ultimi 10 anni le tipologie di coltura della Bassa Reggiana sono le stesse: girasole e sorgo; grano, frumento e orzo in autunno; mais e soia in estate.” racconta Lombardini. “Tuttavia, sono diminuite le piccole realtà zootecniche: con l’assenza di letame e l’utilizzo massiccio di fertilizzanti chimici è aumentata la perdita di sostanza organica del terreno, causando problemi di lavorazione e calo di ritenzione idrica”.
Lombardini ritiene che le maggiori difficoltà in agricoltura non risiedano tanto nella condizione del terreno, quanto nei cambiamenti climatici, per cui si può fare ben poco, se non limitare il danno: trattamenti del terreno, irrigazione, differenti metodi di semina.
I concimi chimici, base essenziale per la fertilizzazione dei terreni, hanno rivelato tutti i loro limiti. A differenza delle sostanze organiche, che rilasciano lentamente i nutrienti nel terreno, i fertilizzanti chimici hanno un forte effetto in un periodo breve: “Questo garantisce alla coltura l’approvvigionamento di sostanze solo all’inizio della fase di crescita e se, come accade ultimamente, non interviene la pioggia, l’effetto del fertilizzante è quasi nullo”.
“Utilizzo l’ammendante di Sabar da due anni, è presto per una valutazione” continua Lombardini: “ma ho notato che, pur avendolo sparso non fermentato, il terreno non ha perso in azoto. I risultati sono promettenti: ne servirebbe di più!” conclude.
Paolo Galaverni si occupa invece del trasporto e della distribuzione dell’ammendante Sabar agli agricoltori della Bassa Reggiana. Lui è stato tra i primi a provare l’ammendante per constatarne l’efficacia: “Il suolo ormai è povero, l’ammendante garantisce ottimi risultati: terreno più soffice, migliore ritenzione idrica, le colture soffrono meno la sete, la terra non crepa. La produttività è maggiore soprattutto quando lo si usa compostato da 5 o 6 mesi, perché assorbe meno azoto”.
Galaverni racconta che durante i primi anni di distribuzione gli agricoltori, non conoscendo il prodotto, erano diffidenti. Offrendosi di consegnarlo e distribuirlo gratuitamente, in aggiunta all’impegno di Sabar nella rimozione delle impurità, ha vinto le reticenze: “Ora il prodotto è pulitissimo e abbiamo un’altissima domanda da agricoltori e terricciatori, che supera di molto l’offerta”.
Ammendante = economia circolare
Oltre ai benefici emersi, l’ammendante promuove un modello di economia circolare in cui lo scarto diventa nuova risorsa e permette, grazie alla sua efficacia, un sensibile risparmio di acqua per l’irrigazione.
Ascoltate che cosa ha raccontato Ivan Rocchi, responsabile dell’impianto Sabar, sul valore del recupero degli sfalci.